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L’adozione della Convenzione della Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, il 13 dicembre 2006 da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la successiva entrata in vigore il 3 maggio 2008, è stata presentata da più parti, come il documento che ha saputo avviar un “cambio di paradigma” nell’approccio alla disabilità. Tuttavia la sua conoscenza non è ancora adeguatamente diffusa. In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità Fondazione di Partecipazione StefyLandia Onlus – Salò BS crede necessario avviare una campagna di comunicazione che promuova la conoscenza di questo importante documento affinché persone con disabilità ed i loro famigliari, sulla base di uguaglianza con tutti i cittadini, possano consapevolmente esercitare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali. Iniziamo con l’art 1) da cui si comprende come la Convenzione ONU non voglia istituire nuovi diritti per le persone con disabilità, ma punta a fare sì che queste ultime siano messe nelle condizioni di poter godere si tutti i diritti riconosciuti agli altri cittadini. Continuiamo il nostro percorso di conoscenza della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità. Oggi vi presentiamo l’art.19) che afferma che le persone con disabilità hanno lo stesso diritto di tutte le altre di “vivere la società” e che affinché tale diritto sia garantito è necessario da un lato sostenerle nell’acquisizione di autonomia, autodeterminazione ed indipendenza e dall’altro agire sulla società affinché si modifichi tenendo conto delle diversità umane (di cui le disabilità sono espressione) in maniera tale da consentire a tutti i suoi membri di parteciparvi in maniera attiva in condizioni di pari opportunità Il nostro percorso di presentazione degli articoli della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, continua oggi con l’art. 9. Accessibilità non significa soltanto abbattimento delle barriere architettoniche, ma viene allargata anche alla tecnologia dell’informazione e della comunicazione (ICT) ed agli strumenti di partecipazione. Infatti, senza l’accesso all’informazione della carta stampata, audio, video o di internet una persona non può esercitare il suo diritto ad avere ed esprimere un’opinione. Continuiamo il nostro percorso di conoscenza dei contenuti della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, presentandovi l’art 27) L’art. 27 delinea al suo interno dei principi fondamentali, tra cui: diritto al lavoro su base di uguaglianza: l’articolo sottolinea il diritto delle persone con disabilità di scegliere e mantenere un lavoro liberamente; vietare la discriminazione: la discriminazione è vietata in tutte le fasi dell’occupazione, compreso il reclutamento, l’assunzione, l’impiego, l’avanzamento di carriera e le condizioni di sicurezza e igiene sul lavoro; condizioni lavorative eque: le persone con disabilità hanno il diritto di beneficiare di condizioni lavorative eque e favorevoli, compresa la parità di opportunità, l’uguaglianza di remunerazione e la protezione da molestie; accesso ai programmi e servizi: è fondamentale garantire alle persone con disabilità l’accesso ai programmi di orientamento, servizi per l’impiego e formazione professionale, facilitando così la loro inclusione nel mercato del lavoro; promozione dell’occupazione e avanzamento di carriera: gli Stati sono chiamati a promuovere opportunità di impiego nel settore pubblico, nonché a favorire l’impiego nel settore privato attraverso politiche adeguate, inclusi programmi antidiscriminatori e incentivi; accomodamenti ragionevoli: i luoghi di lavoro devono fornire accomodamenti ragionevoli per garantire che le persone con disabilità possano svolgere le proprie mansioni in modo efficace La convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ci dice che il concetto di disabilità non indica più un assoluto della persona come in passato ma riguarda il rapporto tra la persona e il suo ambiente di riferimento. La disabilità, quindi, non è più solo una condizione personale ed individuale, ma assume una dimensione sociale e collettiva. Vale a dire che la non piena partecipazione alla vita sociale di una persona con disabilità è solo in parte conseguenza di una menomazione ma è anche responsabilità di come una comunità si pone attorno alla stessa. La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con disabilità ci dice che la vita indipendente è una parte essenziale dell’autonomia e della libertà dell’individuo e non significa necessariamente vivere da soli. Piuttosto, deve essere considerata come la libertà di scelta e controllo, in linea con il rispetto della intrinseca e dell’autonomia individuale. L’indipendenza intesa come forma di autonomia personale significa che la persona con disabilità non è privata dell’opportunità di scegliere e controllare lo stile di vita personale e le sue attività quotidiane
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